Cibo e Cultura

Ritorna il bar del Teatro Regio

A Torino come nel resto d’Italia i teatri sono stati tra le strutture più colpite dalla pandemia, e pure con le riaperture hanno dovuto a lungo rinunciare alla massima capienza disponibile. Ora, tuttavia, con l’avvento dei vaccini ed un numero di casi in costante diminuzione in tutta Europa stiamo assistendo ad un progressivo abbattimento delle restrizioni e tra le ultime a cadere c’è stata quella che inibiva il consumo di cibo al cinema e, per l’appunto a teatro, minando peraltro gravemente le finanze di questi importanti centri di svago e cultura.

Non fa eccezione il Teatro Regio di Torino che con il ritorno di una situazione più tranquilla ha visto anche la riapertura del servizio di bar il weekend del 12 marzo durante la Norma di Puccini ed il cui servizio di ristorazione è stato affidato allo storico marchio torinese Gerla 1927 che si occuperà per almeno tutta questa stagione di spettacoli del servizio pre-spettacolo e durante l’intervallo. Il Regio è uno dei primi teatri che torna ad offrire questo servizio, sperando che faccia da apripista anche per gli altri; così commenta il presidente di Gerla, Roberto Munnia:

“Siamo molto fieri di portare il nostro contributo per un ritorno progressivo alla normalità in uno dei luoghi iconici di Torino la prima della Norma sarà anche per noi una sorta di prova generale, proprio come quelle che fanno a teatro i cantanti e gli orchestrali. Partiamo con un servizio bar molto classico con l’ambizione di costruire, strada facendo, delle proposte di apertivi tematici legati all’opera in cartellone. Lavoreremo con lo staff del Regio per perfezionare e rendere sempre più attrattiva l’offerta, ma è già un segnale importante questa riapertura. Anche la presenza del bar può invogliare ulteriormente le persone ad uscire di casa e ad andare a teatro, siamo consapevoli del periodo e del contesto pesantissimo che abbiamo vissuto tutti e anche di questo momento storico drammatico. Il bar del Teatro Regio è forse il bar più spettacolare che ci sia in città finalmente si tornerà a bere un calice durante l’intervallo mentre gli interpreti prendono fiato e gli orchestrali fanno una pausa.”

Davide Cuneo