Food per il sociale

Nasce la comunità Slow Food dei mediatori gastronomici

Nel quartiere Aurora, recentemente salito agli onori della cronaca per vari episodi di violenza e degrado urbano, è nato un progetto organizzato da Slow Food, Aurora Food, che si pone l’obiettivo di aumentare l’inclusione sociale e culturale degli immigrati di prima e seconda generazione, ovvero una comunità di mediatori gastronomici.
Queste nuove figure si pongono nel solco dei mediatori culturali, da sempre fondamentali nel tentativo di integrare i nuovi arrivati, ma si propongono di agire attraverso il cibo ed il patrimonio culinario delle diverse nazioni.
Sono in totale 12 i ragazzi che partecipano a questo progetto e provengono da Cina, Iraq, Marocco, Perù, Senegal, Siria, Somalia: saranno loro ad accompagnarvi per un quartiere difficile, ma che non manca di tesori da scoprire, alternando le visite ad assaggi di prodotti tipici, racconti di storie racconti, musiche, usi e tradizioni di aree del mondo che spesso possono essere ritrovate in un quartiere multiculturale come Aurora.
Adama, giovane ragazza italo-senegalese integrata nel progetto, ne ha parlato così:

“A casa mia abbiamo sempre usato il cibo per far dialogare due culture, quella italiana e senegalese, quindi perché non usarlo  per far (ri)scoprire Aurora a chi abita da queste parti? È un quartiere che riesce a farti viaggiare un po’ dappertutto nel mondo, con la mente e non solo!”

Mentre questo è il commento di Francesca, mediatrice gastronomica originaria del Perù:

“Aurora è davvero più di quanto possa apparire a un primo sguardo. Noi vogliamo mostrare tutta la ricchezza gastronomica del nostro quartiere. I tour sono utilissimi: si scoprono botteghe, negozi e locali che sono vere perle gastronomiche.”

Per iscriversi ai tour è sufficiente accedere al sito di Aurora Food e compilare il form.

Davide Cuneo