Food per il sociale

Bando allo spreco: a Torino una rete di associazioni per salvare il cibo

Zucchine ammuffite, insalate mosce, barattoli di salsa di pomodoro ormai rancida. È il destino di molti frigoriferi italiani, perché se da un lato fare la spesa è diventata un’arte da equilibristi, tra la ricerca del prodotto a chilometro zero, stagionale, senza additivi, ricco di proteine e con un prezzo accessibile, dall’altro ogni settimana finisce comunque nella pattumiera oltre mezzo chilo di cibo.

Secondo il rapporto dell’Osservatorio sullo spreco alimentare, dal 2015 gli italiani hanno ridotto gli sprechi da 650 grammi a 555 a settimana. Un dato incoraggiante, anche se lontano dal traguardo fissato dall’Onu per il 2030: 369 grammi. E la notizia assume ancora più forza oggi, nella Giornata Internazionale della Consapevolezza delle Perdite e degli Sprechi Alimentari.

La sensibilità però sta crescendo, soprattutto tra i giovani, che scelgono sempre più spesso prodotti locali e stagionali e si affidano a app dedicate per pianificare i pasti o allo Sprecometro, lo strumento che lancia avvisi e calcola il costo economico e ambientale del cibo buttato.

A Torino questa attenzione prende forma in una rete capillare di associazioni volontarie che operano nei mercati ortofrutticoli. Mais ong, Eco della Città, Food Pride: le cosiddette “sentinelle salvacibo”, capaci di recuperare e ridistribuire ogni giorno eccedenze e donazioni provenienti dai banchi di frutta e verdura.